Attualmente, in tutta Italia, siamo a ben 45 morti (40 cacciatori, 5 persone comuni) e 74 feriti (62 cacciatori, 12 persone comuni) umani durante la stagione di caccia 2012-2013.
Nella stagione venatoria 2011-2012 in Sardegna vi sono stati quattro morti e quattordici feriti, tutti cacciatori (ad eccezione di un pescatore di origine romena), dei quali uno (Domenico Molino, nelle campagne di Ovilò, Loiri Porto S. Paolo) ucciso in circostanze inquietanti per cause legate al mondo venatorio e un altro deceduto per infarto durante una battuta di caccia. In tutta Italia 25 morti (24 cacciatori, 1 persona comune) e 70 feriti (59 cacciatori, 11 persone comuni).
The Caccia mortale
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Nella stagione venatoria 2010-2011 in Sardegna ci sono stati 4 morti, tutti cacciatori, e 11 feriti, dei quali 10 cacciatori e 1 persona comune, una ragazza che cercava funghi. In tutta Italia ben 35 morti, dei quali 34 cacciatori e 1 persona comune, ben 74 feriti, dei quali 61 cacciatori e 13 persone comuni.
LULA. Una nuova tragedia macchia le domeniche di caccia degli appassionati sardi. Stefano Cara, di Lodè, 18 anni compiuti oggi, è morto nella tarda mattinata, colpito al petto durante una battuta di caccia grossa a Guzzurra, nel Montalbo, vicino alla strada provinciale 3 che da Siniscola porta a Lula. Lo sparatore ha subito ammesso le sue responsabilità. Secondo la prima ricostruzione, si tratterebbe di un colpo di rimbalzo che avrebbe colpito il ragazzo mentre era fuori posta. Delle indagini si occupano i carabinieri della compagnia di Bitti.
Aveva compiuto diciotto anni oggi, e in auto custodiva la torta per la sua festa di compleanno. Un giovane di Lodè è stato ucciso in tarda mattinata, verso le 13.15, dal proiettile partito dal fucile di un compagno di caccia, nelle campagne di Portellitos lungo la provinciale 3 che collega Lodè a Lula. Alle falde del Montalbo la battura era praticamente conclusa.
da La Nuova Sardegna, 5 gennaio 2013Senza gilet di sicurezza, multati due cacciatori. Dopo gli incidenti nel Nuorese il Corpo forestale ha intensificato i controlli Il comandante Serra: nel nostro territorio le prescrizioni sono rispettate.
"C'è del marcio sotto il distintivo del tenente Severance (George Segal: sarcastico e amorale), e la giustizia farà il suo tormentato corso un po' come in 'L'uomo nel mirino' di Clint Eastwood, ma a ruoli ribaltati e con un finale fin troppo sbrigativo. Ad alzare la temperatura spettacolare del film, in genere piuttosto tiepida, contribuisce per fortuna l'unica vera sequenza d'azione di 'Caccia mortale': un epico putiferio di spari, fiamme e sangue degno di miglior causa e unico segnale che sulla sedia della regia - almeno momentaneamente - qualcuno deve aver preso posto."('Il Messaggero', 18 agosto 1993)"Diretto come film di esordio da un ex cascatore, Vic Armstrong, che, al suo attivo, ha anche le regie delle seconde unità di film come 'Total Recall' e 'Terminator 2'. Si corre, ci si batte, si fa a pugni, si lanciano le auto alle velocità più pazze (i deserti dell'Arizona sono la cornice ideale) e alla fine, dopo l'ultimo violentissimo corpo a corpo con il fiato sospeso, si sancisce la vittoria del "buono". Come si sapeva dall'inizio. Di Dolph Lundgren è inutile continuare a ripetere la vacuità. Si crede Schwarzenegger ma ne è solo una pallida copia. Stupisce invece di trovare al suo fianco George Segal, un tempo attore raffinato anche in ruoli comici. Qui, come cattivo, deve solo sfoderare un po' di grinta, ma lo fa di malavoglia." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 21 settembre 1993)"E' una trama che fa acqua da ogni parte in quanto alla verosimiglianza, ma è da prendersi come un fumetto. La psicologia ha la stessa verità delle battute nelle nuvolette, e lo stesso attore dai grandi bicipiti si atteggia a eroe di carta, non tenta neppure il processo espressivo. Quando gli si presenta l'occasione di studiare in tv i veri duri come Humprey Bogart in 'Una pallottola per Roy', ahimè, si addormenta. All'attivo del film, costato molto, specie in Ferrari, stanno due scene d'azione, un lungo eccidio quasi biblico in villa in cui il nostro si salva contro decine di nemici, infine l'inseguimento finale con Bene e Male sulle spyder; cui segue l'ultima sfida, la vecchia ruggine, ed ecco i pugni, poi il burrone, la mano appesa schiacciata, eccetera. Tutto secondo copione, con la vittoria di Santee e della sua bella preda, nel frattempo sciolta tra le sue braccia ma fedele alla missione." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 18 agosto 1993)
La procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Luigi D'Iseppo Da Rin, il 53enne di Porte Rendena accusato di omicidio colposo per la morte, durante una battuta di caccia, del 70enne Michele Penasa. L'incidente venatorio risale alla sera dell'11 settembre 2017 in località Zighignu di Vigo Rendena. L'imputato, difeso dall'avvocato Mauro Bondi, comparirà in udienza preliminare davanti al gup Claudia Miori a fine aprile. Le indagini condotte dal procuratore Marco Gallina hanno chiarito i contorni, all'inizio non perfettamente nitidi, di quella tragedia. Nel capo di imputazione la procura segnala che Da Rin quel giorno era impegnato in attività venatoria, in giornata nebbiosa ed in orario successivo al tramonto esplodeva un colpo di fucile pensando di aver avvistato un cervo. In realtà si trattava di un amico cacciatore, Michele Penasa che fu colpito a morte all'aorta. Secondo l'accusa si tratta di omicidio colposo perché l'imputato ometteva per colposa imprudenza di accertarsi di aver effettivamente avvistato un animale cacciabile.
Al momento dello sparo in località Zighignu erano presenti due cacciatori, entrambi esperti: da Rin, che poi fece partire il colpo mortale, e il rettore della riserva di Vigo Rendena Carlo Stefani, testimone oculare della tragedia. Dagli atti d'indagine emerge che le deposizioni rese dai due davanti ai carabinieri non coincidono. Da Rin ha raccontato di aver chiesto conferma della presenza di un cervo all'amico che avrebbe risposto in senso affermativo. Stefani ha ribattuto che Da Rin aveva fatto tutto da solo. L'impressione è che la procura abbia dato credito al racconto del testimone visto che imputato è il solo Da Rin. Ma vediamo nel dettaglio le due versioni rese davanti ai carabinieri. Da Rin disse di essersi accorto di un movimento tra dei cespugli. Siccome non avevo un binocolo ho chiesto allo Stefani di verificare con il binocolo cos'era. Abbiamo notato un colore bianco e del colore marrone che ci ha fatto credere che potesse essere una femmina di cervo. Ricevuto come risposta che era grosso, a quel punto ho preso la mira verso la direzione dove avevamo notato i movimenti ed i colori bianco e marrone e ho premuto il grilletto sparando solamente un colpo. Purtroppo Da Rin si sbagliava: quella sagoma bianco-marrone non era un cervo ma il povero Penasa.
Stefani però ai carabinieri ha negato decisamente di aver dato il via libera allo sparo: Scendevamo tra i prati e il bosco limitrofo per circa 50 metri. Io avevo il fucile nello zaino che portavo in spalla mentre il Da Rin che mi precedeva teneva il fucile in mano in atteggiamento da caccia. Improvvisamente il Da Rin mi diceva che, in un boschetto di una decina di betulle situato in mezzo al prato, aveva notato muoversi un cervo. Io gli rispondevo che non lo vedevo. A quel punto ho notato che il Da Rin D'Iseppo si posizionava a terra e puntava l'arma verso il boschetto dicendomi che vedeva la macchia bianca del sedere del cervo. Poi ha preso velocemente la mira e ha fatto fuoco. Ora accanto alla partita penale si apre il delicato capitolo risarcitorio, importante anche in vista di un possibile rito alternativo. Le parti offese, cioè moglie e figli della vittima, sono assistiti dagli avvocati Carmen Collini e Mattia Gottardi.
Un altro romanzo Titan illeggibile, strozzato da correttezza politica e pari opportunità.Quando i Predator scelgono LV-363 per una caccia e seminano il pianeta con uova di xenomorfo, il risultato sono bizzarri ibridi alieni: gli umani rimangono così intrappolati fra loro.
FIRENZE. Secondo i circoli di Legambiente Empolese Valdelsa, Valdera e Pistoia - Comitato Valdinievole, L'abbattimento della Cicogna Nera, specie rarissima in tutta Europa, nel Padule di Fucecchio il giorno dell'apertura della caccia segna davvero un cattivo inizio della stagione venatoria, ma non è purtroppo una novità. L'uccisione di animali protetti nel Padule non è certo una novità: non molto di tempo fa una cicogna bianca è morta dopo che era stata impallinata, mentre un combattente è stato abbattuto al confine delle riserve naturali, e gli ambientalisti sospettano che molti episodi simili siano rimasti sconosciuti.
E per questo non è un caso che qualcuno provveda ultimamente ad allertare gli organi di vigilanza, della presenza di specie particolarmente rare all'interno delle riserve naturali presenti nella zona - sottolineano i circoli del Cigno Verde - Infatti, come denunciamo da anni, le zone protette sono insufficienti e la loro ridotta dimensione, come avviene soprattutto per la Riserva naturale Fiorentina, finisce per trasformarsi in una trappola mortale per specie protette e non. Quello che chiediamo ancora una volta è che il Padule di Fucecchio riceva la giusta protezione e che perciò vengano ampliate le aree protette e la Zps a partire dalla Provincia di Firenze, come prescrivono tra l'altro i piani della Regione Toscana da quasi venti anni.
Quelli di Legambiente ce l'hanno con la "curiosa" affermazione del presidente della Provincia di Firenze che invoca il rispetto delle regole che esistono già. E' vero: le regole ci sono, ma è anche vero che la competenza in materia di caccia è proprio della provincia e perciò è un suo compito garantirne il rispetto. Secondo noi, per rendere compatibile la caccia con la salvaguardia e la fruizione del prezioso ambiente del Padule, è perciò necessario rafforzare i controlli, creando una task force, tra gli organi di vigilanza competenti (Polizia Provinciale, Corpo Forestale, Guardie Volontarie, ecc). Non possiamo invece accettare che i controlli vengano addirittura ridotti, com'è avvenuto proprio in questi giorni impedendo alle Guardie Ambientali Volontarie delle associazioni ambientaliste di operare in provincia di Firenze 2ff7e9595c
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